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Un tranquillo week end di Paura sul Brenta

Domenica 24 maggio 2009,

Finalmente è arrivato il grande giorno ed ecco che alcuni soci ardimentosi, vogliosi di cimentarsi con le acque tumultuose del fiume Brenta, si sono svegliati alle prime luci dell’alba, caricato canoe, salvagente e pagaie sui rispettivi mezzi di trasporto (compreso lo splendido furgone Wolkswagen 8 posti turbo combinato, dotato dei più moderni confort) prestato per l’occasione dal Circolo Nautico di Goro, con carrello portaimbarcazioni allegato e sono partiti alla volta dell’avventura.


 

Il viaggio è durato circa 4 ore, tra soste, caffè e strade sbagliate, pur dotati di navigatore satellitare. La meta agognata (Bassano del Grappa) è stata raggiunta che era ormai ora di pranzo e qualcuno suggeriva di lasciare perdere e andare a farsi una pizza e qualche birra. Superato l’ultimo ostacolo (la fiera del paese e la zona pedonale) i nostri eroi si sono infilati nei loro gusci di vetroresina e polietilene e pian piano (molto pian piano) sono scesi in acqua. Già il punto di imbarco, sotto il Ponte Storico degli Alpini, incuteva timore. Non parliamo poi dello sbarramento che creava una cascata di acqua spumeggiante. Il rumore era assordante. La partenza ha subito rivelato che sarebbe stata una giornata da incubo. Dopo soli tre minuti il primo canoista era ingoiato dalle rapide e sbalzato nell’acqua tumultuosa (anche perché aveva centrato l’unico ramo sporgente nel mezzo del fiume).

Subito partivano i soccorsi e dopo alcune centinaia di metri percorsi a turacciolo, il malcapitato veniva raggiunto e portato a riva. La comitiva di canoisti, scortata da esperte guide locali, si infilava fra i flutti ed ecco che un altro impavido soccombeva naufragando. La corrente era così impetuosa che nulla poteva fare per resistere e, colmo di sfiga ,abbandonava anche la canoa (trattenendo non si sa perché la pagaia). Nulla si poteva fare per il poveretto che raggiunta la riva rimaneva sconsolato a guardare i compagni di avventura allontanarsi velocemente (anche perché nessuno riusciva a fermarsi..). Pensando che avrebbe comunque raggiunto un caldo rifugio lo abbandonammo al suo destino (sarebbe stato recuperato, insieme alla canoa solo dopo 5 ore di agonia).

Intanto il fiume si faceva sempre più violento, le onde si alzavano e i massi ciclopici impedivano la visuale. I nostri avventurosi, abituati alle acque limacciose del Po di Volano non si rendevano conto di dove fossero capitati. Chi sbraitava contro la sorte, chi inveiva contro gli organizzatori, chi bestemmiava per i segni che le rocce aguzze lasciavano sullo scafo della sua splendida imbarcazione lucidata per l’occasione con il polisch, chi semplicemente si chiedeva perché era lì. Ben presto, una ad una le canoe capottavano e gli ignari canoisti di palude si trovavano con l’acqua alla gola.

In uno dei passaggi più temerari, un salto di alcuni metri d’acqua, un canoista, tale Fabbri, si trovò “incravattato” sulla roccia, a tal punto che la canoa rischiava di spezzarsi. Veloce come un fulmine raggiungeva la sommità della roccia e attendeva i soccorsi che presto giungevano e lo portavano in salvo. Intanto lungo le rive boscose, alcuni energumeni completamente nudi, si agitavano e facevano segni osceni (chi ha visto il film sa poi come è finita…) per fortuna non potevano raggiungere i nostri eroi che continuavano a scendere il fiume sempre più velocemente (forse era la fame che li spingeva).

E fu così che dopo alcune ore, finalmente si giungeva a destinazione, anche se qualcuno, non sapendo come fermarsi al punto di sbarco, ha proseguito per un altro chilometro facendosi pure un paio di bagni ristoratori. Qui li attendevano gli accompagnatori che un po’ preoccupati e un po’ scocciati per la lunga attesa, avevano preparato l’immancabile tavola imbandita, intorno alla quale i nostri prodi canoisti, finalmente rilassati e felici di avere rimesso i piedi sulla terra ferma, si ristoravano raccontandosi con una punta di orgoglio le varie difficoltà incontrate e in qualche modo superate.

L’organizzazione ringrazia tutti i diciotto ardimentosi partecipanti promettendogli una prossima uscita più tranquilla ma pur sempre eccitante in occasione del mega raduno di settembre sul fiume Adige.

Carli L. e Feggi E.

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